Ora il distributore automatico può sapere se il caffè vi piace dolce o amaro. E molto di più…

Quante volte recandovi al locale dove fate abitualmente la pausa caffè o lo spuntino avete detto al barista “il solito, grazie…”?

Se siete degli irriducibili abitudinari, fareste bene a prepararvi ad uno stravolgimento, perchè nel giro di qualche anno non sarà più un essere umano a conoscere le vostre preferenze ed i vostri gusti per proporvi cosa ordinare, bensì la versione 3.0 di quelle che ancora per poco continueremo a chiamare banalmente “macchinette”, le quali saranno in grado di ricordare se preferite una bevanda al ginseng piuttosto che un espresso, oppure che siete vegani e desiderate un cappuccino senza latte di origine animale.

Tra intelligenza artificiale, riconoscimento facciale, interazioni con i profili social, e l’analisi dei comportamenti online, le versioni evolute delle vending machines possono sapere tutto di voi, compreso il prodotto che vi piacerebbe acquistare, proponendovelo probabilmente ancor prima che voi stessi ve ne rendiate conto, e se non avete con voi monete per pagare, potete farlo comodamente con un’app installata sul vostro smartphone.

Se ancora ci tenete un po’ alla vostra privacy, attenzione però a leggere bene le condizioni d’utilizzo e le policy sul trattamento dei dati personali, perché quando utilizzerete la nuova generazione dei distributori automatici potreste fornire non solo le informazioni strettamente necessarie per la transazione, ma anche molte altre che potrebbero essere acquisite ed elaborate dal circuito a cui è collegata la “macchinetta” per profilarvi in modo sempre più accurato e proporvi le bevande ed altri prodotti che più corrispondono alle vostre preferenze e alle vostre abitudini d’acquisto, attività di marketing evoluto che possono essere svolte lecitamente dal gestore del servizio, ma solo con il vostro esplicito consenso e rispettando naturalmente le prescrizioni del Gdpr.

E se qualcuno pensa che queste siano solo prospettive futuristiche, è bene sapere che si tratta invece di una realtà che già sta prendendo campo in varie parti del mondo. Per esempio, ad Hong Kong, la catena di tè alle erbe Hung Fook Tong sta lanciando distributori automatici dotati di telecamere che utilizzano una combinazione di intelligenza artificiale e tecnologia di riconoscimento visivo che analizza i volti dei clienti per capire quale bevanda possano gradire di più in base ai loro acquisti passati, età, sesso, ed anche alla temperatura rilevata nel locale.

 

Quello dei distributori automatici intelligenti è un mercato in piena espansione che vedrà una crescita del 17% a livello globale nei prossimi cinque anni, e anche in Italia ci sono aziende  che investono su questo business, come la Sitael di Mola di Bari, società con 300 dipendenti che grazie ad una partnership con il gruppo Argenta sta procedendo all’installazione di schede elettroniche su 25mila distributori automatici, a un ritmo di 80 al giorno, per consentire agli apparecchi di dialogare con gli utenti tramite la app MatiPay, che da una parte riconosce il cliente permettendogli di effettuare pagamenti smart senza  bisogno di contanti attraverso un wallet virtuale, dando al contempo anche al gestore la possibilità di avere un monitoraggio in tempo reale delle macchinette con feedback sui prodotti più gettonati e quelli le cui scorte in esaurimento necessitano di rifornimenti.

E siamo probabilmente solo all’inizio dello sviluppo di un comparto economico che entro il 2025 dovrebbe raggiungere i 15 miliardi di dollari di volume d’affari a livello globale, e verosimilmente tra qualche anno ci troveremo distributori automatici che parlano ed interagiscono con noi, forse rifiutandosi di mettere lo zucchero nel caffè dopo aver segnalato il nostro livello di glicemia, oppure che ci consiglieranno invece una tisana rilassante quando ci vedranno stressati. Sperando di non dover rimpiangere il  barista del locale all’angolo.

Nicola Bernardi, presidente di Federprivacy – @Nicola_Bernardi