Il Dpcm del 26 aprile 2020 prevede la misurazione della temperatura ai dipendenti

Fase 2, un “kit” per aiutare i datori di lavoro a rispettare la privacy dei dipendenti

La “fase 2” dell’emergenza sanitaria da Coronavirus è ormai iniziata, e molte aziende hanno ripreso le loro attività tra non poche difficoltà, comprese quelle di dover attuare le disposizioni inserite nel Dpcm del 26 aprile 2020 e nel protocollo condiviso tra aziende e parti sociali del 24 aprile 2020 in materia di trattamenti di dati personali effettuati dai datori di lavoro in funzione anti-contagio.

Probabilmente alle prese con numerose criticità da dover affrontare per ripartire, migliaia di imprese hanno ancora le idee confuse su quello che devono fare riguardo alla misurazione della temperatura corporea dei dipendenti che devono accedere ai luoghi di lavoro, e sono stati tutt’altro che rari i casi in cui le aziende si sono organizzate per ricorrere a dei modelli cartacei di autocertificazione da far firmare ogni giorno al dipendente facendogli dichiarare di non avere la febbre, così da fargliene assumere la responsabilità. Tuttavia, questa prassi, oltre che fuorviante, rischia di far accumulare vere e proprie montagne di documenti cartacei contenenti informazioni sensibili relative alla salute dei lavoratori.

Se è vero che la privacy può essere l’ultimo dei problemi per migliaia di imprenditori che sono preoccupati per la recessione economica che si prospetta nei prossimi mesi, d’altra parte si sta rivelando utile per migliaia di professionisti e addetti ai lavori un kit per la gestione dei dati in azienda durante la fase 2 del Covid-19 contenente modelli e formule da utilizzare “chiavi in mano” per conciliare la tutela della riservatezza dei dipendenti con il rispetto delle misure di sicurezza prescritte dal Governo.

Il pacchetto, messo a punto con un taglio operativo da Federprivacy e divulgato gratuitamente con la Circolare 4-2020, provvede un modello di avviso generale sugli obblighi e le precauzioni anti-contagio, l’autodichiarazione dei dipendenti, fornitori e visitatori, l’informativa per la misurazione della temperatura corporea, le istruzioni di sicurezza per rispettare la dignità delle persone sintomatiche in caso di isolamento temporaneo,  e la designazione degli autorizzati incaricati di misurare la temperatura e raccogliere le autodichiarazioni.

Nei contenuti del kit, il modello di avviso generale sugli obblighi e le precauzioni anti-contagio serve a mettere a conoscenza immediatamente chi entra in azienda su ciò che è consentito e su ciò che è vietato, sottolineando che certe condotte non sono solo consigliate, ma obbligatorie.

Poiché spetta anche al lavoratore garantire la sicurezza degli altri lavoratori e di chi ha accesso in azienda, trai moduli vi è anche una autodichiarazione per i dipendenti che devono attestare la loro consapevolezza formalizzando il loro impegno a fare la loro parte.

Poi vi è un modello di informativa privacy per la misurazione della temperatura corporea, con il quale si informano dipendenti e visitatori sulle modalità di utilizzo dei dati sanitari, un facsimile per la designazione degli autorizzati incaricati di misurare la temperatura e raccogliere le autodichiarazioni e le istruzioni di sicurezza per rispettare la dignità delle persone sintomatiche in caso di isolamento temporaneo. Infine, il kit contiene anche un vademecum dei rapporti tra medico competente e datore di lavoro.

Anche se molti concepiscono ancora la “privacy” come una burocrazia inutile, il bilanciamento tra il diritto alla riservatezza dei lavoratori e la libertà di impresa è un tema cruciale. Anche se in questo contesto emergenziale stiamo osservando una limitazione del diritto alla vita privata e del diritto alla protezione dei dati personali, è necessario ricordare che i trattamenti di dati relativi alla salute delle persone devono comunque avvenire nel rispetto di una specifica base giuridica, nel perseguimento di una legittima finalità, e attraverso misure proporzionate che rispettino il contenuto essenziale del diritto fondamentale.

Nicola Bernardi, presidente di Federprivacy – @Nicola_Bernardi