Se ha destato scalpore nelle scorse settimane il caso delle oltre cento infermiere della ASL Toscana che venivano spiate a loro insaputa da una microcamera nascosta mentre si facevano la doccia, a quanto pare non si tratta di un caso isolato, ma piuttosto di un preoccupante fenomeno che si sta diffondendo sempre più, e non solo nei luoghi di lavoro.
È infatti di qualche giorno fa la notizia in cui il titolare di un Bed and Breakfast in Sardegna aveva installato una telecamera in uno degli alloggi che dava in affitto per le vacanze estive per spiare le sue ignare clienti nell’intimità della loro stanza. E ormai fanno purtroppo parte della quotidianità numerose notizie analoghe, come quella del proprietario di un appartamento a Milano che aveva piazzato una webcam nel bagno dell’appartamento dato in affitto a una giovane studentessa universitaria, o quella del titolare di uno studio professionale che riprendeva le sue cinque collaboratrici mentre fruivano della toilette, le quali dopo aver scoperto la telecamera nascosta non hanno esitato a denunciarlo.
Che ci troviamo di fronte alla diffusione di una nuova forma maniacale di meschino voyeurismo, o di video carpiti da individui senza scrupoli con l’obiettivo di utilizzarli successivamente nella pratica del “revenge porn”, oppure di sfruttarli nel commercio illecito dei filmati delle malcapitate di turno per venderli online su siti porno frequentati da guardoni che sono attirati dal genere “hidden cam”, si tratta ovviamente di attività che comportano gravi violazioni della privacy delle persone, configurando in molti casi violazioni del GDPR e anche reato ai sensi 615/bis del Codice Penale, punito con la reclusione fino a quattro anni.
Ma se è vero che prevenire è meglio che curare, come potete difendere la vostra privacy quando vi trovate a soggiornare in hotel o in un altro alloggio preso in affitto in cui vi viene il sospetto che potreste essere spiati?
Una prima verifica da fare subito al vostro arrivo, è quella di spegnere tutte le luci nella stanza e chiudere le finestre (o tirare le tende) per assicurarsi di essere al buio. Poi accendete la torcia del vostro smartphone insieme alla videocamera e indirizzatela verso tutti i posti sospetti, compresi i rilevatori di fumo del sistema antincendio, che sono una delle ubicazioni preferite dai malintenzionati per mimetizzarvi la telecamera. Se incrociate la lente della videocamera con il fascio di luce, dovreste vedere riflesso un bagliore proveniente proprio dall’apparecchio, che vi confermerà quindi la presenza di un occhio indiscreto.
Un altro metodo raccomandato, può essere quello di controllare con il vostro telefono le reti wi-fi che sono disponibili nei locali in cui dovete soggiornare, perché la maggior parte delle webcam sono infatti senza fili e collegate tramite wireless. Se doveste scoprire che vi sono wi-fi sospette, non esitate a pretendere spiegazioni al titolare della struttura recettizia.
Vi sono poi diverse app sia per Android che iOS che si possono scaricare spesso gratuitamente, come Glint Finder, oppure Hidden Camera Detector e l’italiana Fing. Questi strumenti consentono di trovare le lenti nascoste o i collegamenti wireless con cui i vostri dati e le vostre immagini potrebbero anche essere scambiate in rete.
Se poi ci tenete particolarmente a tenervi al riparo da occhi indiscreti ed evitare di diventare protagonisti di uno show hard a vostra insaputa, prima di partire per le vacanze con circa 20 euro potreste comprare un rilevatore di telecamere dotato di scanner a infrarossi che è in grado di scovare qualunque spy cam nascosta nel raggio di 5 metri. Il funzionamento di questi dispositivi, che si trovano facilmente anche su Amazon, è semplice: basta infatti premere il pulsante e guardare attraverso l’obiettivo ad infrarossi. Se lampeggia, significa che qualcuno vi sta effettivamente spiando, e potete quindi correre ai ripari.
Nicola Bernardi, presidente di Federprivacy – @Nicola_Bernardi